L’ansia e i suoi disturbi

L’ansia e i suoi disturbi

Ansia e disturbi d’ansia sono spesso considerati sinonimi. In realtà l’ansia è una emozione universale che non sarebbe di per sé inadeguato provare in quanto rappresenta una componente della risposta dell’organismo allo stress. L’endocrinologo Hans Selye ha definito lo stress come una reazione dell’organismo a degli stressor (stimoli che perturbano l’equilibrio), che include componenti fisiologiche e cognitive. L’esperienza stressante attiva il sistema nervoso simpatico che stimola gli organi, aumenta la frequenza del battito cardiaco, accresce la forza e l’energia muscolare disponibile e prepara l’organismo ad attaccare o fuggire. Infatti, entro certi livelli, l’ansia è adattiva, fisiologica e ha la funzione di preparare ad un potenziale pericolo, contribuire ad affrontare situazioni difficili favorendo l’evoluzione dell’individuo.

La risposta ansiosa agli eventi quindi non ha sempre e necessariamente caratteristiche negative. Queste derivano più che altro da condizioni patologiche in cui l’attivazione e il malessere è così intenso che non è tollerato dall’individuo ed esagerato rispetto a ciò che l’ha scatenato. L’ansia patologica può essere duratura e portare a comportamenti di evitamento che limitano la libertà di movimento della persona. L’ansia viene considerata patologica quando disturba, in misura più o meno notevole, il funzionamento psichico globale determinando una limitazione delle capacità di adattamento dell’individuo. In questi casi sembra diventare autonoma, manifestandosi senza alcuna correlazione con apparenti cause esterne scatenanti, ha un’intensità tale da provocare un grado di sofferenza non sopportabile e una durata spesso cronica e può limitare il funzionamento della vita di tutti i giorni.

Esistono sostanzialmente due condizioni in cui l’ansia può essere considerata non naturale: quando la risposta ansiosa è esagerata e non funzionale rispetto agli stimoli che l’hanno indotta (come nelle fobie specifiche) e quando lo stato ansioso compare in assenza di uno stimolo scatenante come ad esempio durante un attacco di panico.

L’ansia è quindi un’emozione estremamente diffusa e una risposta trasversale a molti disturbi.  Tra gli altri troviamo:

  • Il disturbo di panico che è una problematica molto comune, il cui esordio avviene nell’adolescenza o nella prima età adulta. L’attivazione ansiosa durante una crisi di panico è estrema (ma anche limitata nel tempo) e così intensa da far pensare all’individuo di stare morendo o impazzendo. Quando gli attacchi di panico sono frequenti, vi è la costante preoccupazione che possano ripresentarsi e quali sarebbero le loro conseguenze si struttura il disturbo, che, se non viene trattato, solitamente diventa cronico.
  • Il disturbo d’ansia da separazione, che per alcuni aspetti è simile a una grande inibizione comportamentale, è caratterizzato da un’ansia eccessiva per l’allontanamento da casa o per la separazione da coloro a cui il soggetto è attaccato. Spesso in adulti con disturbo di panico è probabile trovare un precedente grave disturbo d’ansia da separazione in età evolutiva.
  • Il disturbo ossessivo compulsivo che si caratterizza per il fatto che uno stimolo (immagine o pensiero) faccia sorgere dubbi, preoccupazioni ritenuti minacciosi, portando quindi a sperimentare un’attivazione ansiosa. In questo caso per alleviare tale stato emotivo l’individuo mette in atto dei comportamenti (le compulsioni) che hanno la funzione di gestire e abbassare l’ansia, anche se la loro efficacia è solo momentanea.
  • Nelle fobie specifiche (paura di volare, dei ragni, degli aghi), l’ansia ha la funzione di allarmare il soggetto di fronte a un evento, ma questa attivazione è sproporzionata rispetto alla reale minaccia dello stimolo o della situazione.
  • Il disturbo d’ansia generalizzato implica una continua e costante preoccupazione rispetto ad eventi e situazioni di vita quotidiana. La persona è imprigionata all’interno di rimuginii e ruminazioni difficili da controllare, messe in atto al fine di prevenire tutte le possibili sventure. Solitamente l’ansia derivante da queste preoccupazioni costanti, porta a sentirsi continuamente stanchi, irritabili, ad avere disturbi del sonno e dolori muscolari.
  • Anche il disturbo d’ansia sociale porta la persona a sperimentare stati d’ansia caratterizzati da attivazioni fisiologiche di fronte a situazioni in si cui teme il giudizio altrui. In questo caso pagare alla cassa del supermercato, chiedere informazioni o parlare in pubblico diventa estremamente ansiogeno sia prima (ansia anticipatoria), durante (ansia rispetto all’evento) e dopo (ansia post evento) la situazione temuta.
  • Infine, anche se potremmo elencare molti altri disturbi in cui l’ansia “la fa da padrone”, il disturbo da stress post traumatico si riferisce a una condizione in cui lo stress dovuto ad un evento inaspettato e che ha messo in pericolo l’individuo o chi era a lui vicino, causa una mancata processazione ed elaborazione dello stesso che rimane fuori dalle normali reti neurali e causa attivazioni fisiche, cognitive, fisiologiche disturbanti e invalidanti per la persona.

Abbiamo quindi visto come l’ansia di per sé sia un’emozione utile, innocua e che fornisce molte informazioni utili circa l’ambiente circostante e circa noi stessi. Diventa problematica quando viene repressa, contrastata o valutata negativamente. Questi sono gli aspetti che vengono trattati in terapia al fine di favorire un miglior rapporto con questa emozione, aiutare nella sua gestione e regolazione.

Infatti, partendo dal presupposto che il corpo che reagisce allo stress ha anche la capacità di rilassarsi, è possibile, attraverso l’attivazione del sistema nervoso parasimpatico, interrompere le reazioni fisiologiche caratteristiche dell’ansia e favorire l’abbassamento dell’arausal.

Tutto ciò può essere fatto apprendendo specifici esercizi:

  • il rilassamento muscolare progressivo proposto da Jacobson più di sessant’anni fa, aiuta a prendere coscienza della tensione fisica causata dallo stress psicologico e a rilassare i muscoli del corpo. La pratica consiste nel rilasciare in sequenza i principali gruppi muscolari dalla testa ai piedi.
  • La respirazione diaframmatica agisce sulla respirazione toracica e superficiale che è una reazione tipica degli stati ansiosi, che porta a espellere l’ossigeno e a ridurne la sua concentrazione nel sangue e nel cervello. La persona tenta così di introdurre più ossigeno respirando più intensamente, ma ciò può innescare l’iperventilazione e incrementare l’ansia. La respirazione lenta, addominale (o diaframmatica), al contrario, attiva il sistema nervoso parasimpatico che determina una risposta di rilassamento.
  • Tra le tecniche di terza generazione mindfulness based, il body scan (scansione corporea) permette di mantenere una piena consapevolezza non giudicante del proprio corpo rivolgendovi gradualmente e deliberatamente l’attenzione e prendendo atto delle sensazioni presenti nel preciso momento in cui si pratica l’esercizio. Non va fatto alcuno sforzo attivo per provocare uno stato di rilassamento o una qualsiasi alterazione delle proprie sensazioni, ma insegnare ai pazienti a osservare le proprie reazioni fisiche, determina un certo grado di flessibilità psicologica influenzando la regolazione emotiva.
  • Infine, ma potremmo andare avanti ancora e ancora, l’esercizio di creazione dello spazio mentale è pensato per aumentare la consapevolezza e accettazione delle esperienze interne: i pazienti sono incoraggiati a prestare attenzione in modo non giudicante a qualunque cosa emerga nel flusso della coscienza, creando così uno spazio mentale per le proprie esperienze, perché, se anche non scegliamo che cosa giunge alla nostra coscienza, possiamo decidere a che cosa prestare attenzione e concentrarsi sul fatto stesso di prestare attenzione.

Come abbiamo visto l’ansia è un’emozione molto studiata e per questo le modalità per favorirne la conoscenza, accettazione e regolazione sono tantissime. All’interno di un percorso terapeutico cognitivo comportamentale sarà deciso, insieme al professionista, quali sono le tecniche e gli approcci maggiormente utili per il paziente stesso al fine di garantirgli una miglior rapporto con i suoi stati ansiosi e permettergli di vivere una vita ricca di emozioni.

Dott.ssa Laura Caccico

IPSICO, Firenze

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