Medicinali generici

Medicinali generici: risparmiare senza rinunciare al meglio

Nel linguaggio comune continuano ad essere chiamati generici, quando in realtà la legge italiana già dal 2005 ha provveduto a stabilire una nuova definizione, ovvero quella di farmaci equivalenti. In sostanza, il riferimento è a quella vastissima categoria di farmaci che si offrono come sostituti di un farmaco originatore, il cui brevetto è scaduto. In poche parole, il principio attivo non cambia di una virgola, così come la sua assimilazione da parte del paziente.

Esistono differenze tra i farmaci di marca e quelli equivalenti?

Sfatiamo subito il primo falso mito: non ci sono differenze, sia per quanto riguarda la sicurezza che l’efficacia, tra i medicinali normali e quelli equivalenti. Il fattore che indirizza sempre più persone verso l’acquisto di questi ultimi è senz’altro il loro costo, nettamente inferiore di circa il 20% in confronto al medicinale di marca.

Sul mercato farmaceutico, i farmaci equivalenti sono sempre più richiesti, con un trend di crescita davvero importante. Basti pensare ai primi tre mesi dello scorso anno, quando in Italia i farmaci equivalenti hanno toccato il 21% del complessivo dato di medicinali venduti sul territorio nazionale. Più in generale, il mercato di questi particolari medicinali ha un valore che si aggira intorno a 1,8 miliardi in prezzi ex factory.

L’impronta più importante viene data dai medicinali di classe A, che coprono oltre il 78% del computo complessivo legato alla spesa per farmaci generici. I medicinali equivalenti che fanno parte della classe C, invece, coprono solo il 2% del totale dei farmaci venduti in quello specifico ramo. I farmaci generici vengono comprati molto di più al Nord piuttosto che al Sud. Se la Regione al primo posto è il Trentino Alto-Adige, all’estremo opposto ci sono Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia.

Come viene lanciato sul mercato il farmaco equivalente

Tante industrie farmaceutiche o centri di ricerca sul farmaco possono contare su dei laboratori farmacologici, come ad esempio Salf, in cui si procede all’analisi di vari dispositivi, farmaci o prodotti chimici che potrebbero essere proposti sul mercato.

Nel momento in cui è scaduta la copertura garantita da un brevetto, ogni altra azienda, dopo aver ricevuto l’autorizzazione da parte del Ministero della Salute, può provvedere a lanciare sul mercato il farmaco equivalente. Sul territorio italiano, la copertura garantita dal brevetto presenta una durata notevolmente maggiore in confronto a tanti altri Paesi: è chiaro, quindi, che i farmaci equivalenti arriveranno in commercio più tardi rispetto a quanto succede in altre nazioni.

Perché i farmaci equivalenti costano di meno?

Un dubbio comune a tante persone è che, se i due farmaci hanno il medesimo principio attivo, come mai hanno due prezzi ben diversi? Il motivo per cui i prodotti equivalenti costano di meno è rappresentato dal fatto che non c’è più la necessità di ammortizzare i costi di ricerca, né le spese di promozione, dal momento che la molecola è già notevolmente conosciuta da diversi anni.

Infine, nella scelta di acquistare un farmaco di marca oppure uno equivalente intervengono i pareri del farmacista, del paziente e ovviamente del medico. È spesso l’indicazione del farmacista che permette al cliente di ottenere un buon risparmio rispetto all’acquisto del medicinale di marca.

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